Quando si parla di atrofia vulvo-vaginale, di cosa si sta parlando con esattezza? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
È uno dei disturbi più fastidiosi delle donne in menopausa. L’Atrofia Vulvo Vaginale (AVV) interessa più del 50% delle donne, sia in menopausa naturale che in quella indotta dai farmaci oncologici (dove può raggiungere anche il 60-80%). In queste donne i sintomi, quali secchezza vaginale e dolore durante i rapporti, si presentano con maggiore intensità e hanno un peso importante sulla qualità di vita, interessando una fascia d’età ancora giovane.
Quali sono i sintomi dell’atrofia vulvo-vaginale?
Secchezza vaginale, irritazione, prurito, bruciore, infiammazione e dolore durante i rapporti sessuali, sono solo un parte dei sintomi, che in presenza di questa patologia, minano il benessere intimo femminile. A causa della meno frequente produzione di estrogeni durante la menopausa, la mucosa vaginale diventa meno elastica e perde le sue cellule superficiali, ciò determina un assottigliamento delle pareti della vagina e una riduzione delle secrezioni vaginali.
L’equilibrio ormonale non riguarda solo la donna in menopausa
Sia in momenti di salute – come parto e allattamento – che durante la malattia – come la rimozione delle ovaie, durante l’assunzione di farmaci chemioterapici, in presenza di fibromi, durante la radioterapia o la terapia per il cancro al seno – possono verificarsi i tipici sintomi dell’atrofia vulvo-vaginale.
Spesso questo malessere è accompagnato anche riduzione del desiderio sessuale, incontinenza urinaria, bruciore durante la minzione e infezioni ricorrenti ai genitali.
6 donne su 10 pensano che il problema prima o poi passerà con l’età
Quindi, contrariamente all’opinione comune, non è solo la menopausa a causare l’atrofia vulvo-vaginale. Purtroppo però, la maggior parte delle donne ignora questo problema, vuoi per imbarazzo a parlarne con il medico o perché, come sostengono recenti statistiche, 6 donne su 10 pensano che il problema prima o poi passerà con l’età. Il risultato è quello di convivere a lungo con questi fastidi. “Purtroppo l’atrofia vaginale è una patologia ancora sottovalutata e sotto diagnosticata: il 63% delle donne non sa che è una condizione cronica destinata a peggiorare con il passare del tempo; il 75% si aspetta che siano i medici ad iniziare la discussione sui sintomi menopausali e la salute sessuale, ma i dati raccolti suggeriscono che questo si verifica soltanto nell’11% dei casi” ha affermato Rossella Nappi, professore associato del Dipartimento di Scienze Cliniche, Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche dell’Università di Pavia, Clinica Ostetrica e Ginecologica, Irccs Policlinico S. Matteo.
Una vagina felice, una mente più serena
In questa circostanza, un altro fattore da tenere in considerazione è il pH intimo, che in genere è tra 4,5 e 5,5 ma, in questa fase, si sposta su valori più alti della norma causando un’alterazione dell’ecosistema vaginale con un abbassamento delle difese immunitarie locali e provocando possibili cistiti, micosi e vaginiti batteriche. Spesso anche questa condizione influisce negativamente sulla qualità della vita della donna che tenderà ad evitare l’intimità con il partner e a non sentirsi più in armonia con il proprio corpo. Anche per questi motivi è importante affrontare il problema, senza sentirsi in colpa o condannate a una non risoluzione. Accanto alle terapie ormonali, prescritte dalla propria ginecologa, esistono molteplici trattamenti locali naturali che aiutano a prevenire la degenerazione dei tessuti, riparandoli e restituendo loro elasticità. In questo modo anche i sintomi associati, come il dolore e la tendenza alle lacerazioni, possono essere controllate.
Atrofia vulvo-vaginale: idratare e alleviare la secchezza vaginale
Ovviamente il primo passo è parlare con il proprio medico, e sottoporsi alla terapia prescritta per alleviare i sintomi dell’atrofia vulvovaginale. A questi trattamenti è possibile affiancare anche buone abitudini naturali, quotidiane.
Alcuni componenti, come acido ialuronico o vitamina E, favoriscono i processi di idratazione e ristrutturazione dei tessuti, aiutando ad alleviare secchezza, irritazione e infiammazione.
Esistono creme vaginali o lubrificanti biologici non ormonali che agiscono ripristinando un ambiente umido e lubrificato e detergenti intimi con pH 6.5, a base di acido ialuronico e di ingredienti di origine vegetale, pensati specificatamente per la donna in menopausa.
È sempre importante parlare con il proprio medico e/o ostetrica, del proprio benessere intimo
Secondo lo studio Eu Revive, il 75% delle donne si aspetta che siano i medici ad iniziare la discussione sui sintomi menopausali e la salute sessuale, ma i dati raccolti suggeriscono che questo si verifica soltanto nell’11% dei casi. Per far sì che la donna cerchi delle soluzioni è necessario non solo informarle e sensibilizzarle ma anche “educare” i medici affinché prestino maggiore attenzione alla diagnosi e alla terapia di questo importante disturbo cronico. “È importante” ha aggiunto Francesca Merzagora, presidente Onda, Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna “incentivare le donne a comunicare il loro disagio – anche emotivo – al proprio ginecologo, cosa che oggi non avviene molto spesso.”
Purtroppo appartengo alla categoria menopausa indotta a 39 anni per tumore al seno.
Sovente ho parlato di questo problema con ginecologi ed anche oncologi senza trovare una soluzione accettabile.
Il ginecologo mi ha detto cure oncologiche troppo forti.
L’oncologo mi ha dato ok per creme a livello cutaneo a base di fitoestrogeni, di fatto il problema non si è mai risolto.
Ho perso le speranze. Con me non funziona più niente e son trascorsi già 12 anni.
Meglio la chiarezza alle false illusioni e scusate lo sfogo.
Non scusarti per lo sfogo. Anzi, ti ringraziamo per aver voluto condividere con noi tutto questo.
Da donne a donna possiamo solo dirti di non perdere le speranze e consigliarti di continuare a cercare una figura professionale che possa aiutarti.
Ti abbracciamo!