Dovevamo fotografare i prodotti della linea di sex toys I Love my Vagina, invece ci siamo spogliate.
Si, è andata proprio così! L’incontro online con la fotografa Giulia Haraidon (che avevamo intervistato per i suoi lavori “Tabù” e “Ritratti intimi” durante la campagna Tante vulve tutte bellissime) per organizzare lo shooting dei sex toys I Love my Vagina ha avuto un finale inaspettato!
La linea di sex toys I love my Vagina
Abbiamo iniziato parlando dei prodotti da fotografare, delle caratteristiche della linea di sex toys I Love my Vagina che volevamo si esprimessero nelle foto.
Ed è finita che abbiamo deciso di spogliarci.
La nuova linea I Love my Vagina consiste in un selezione di sex toys per tutti i gusti, le esigenze e, soprattutto, per tutte le tasche. Prodotti che saranno confezionati nelle buste con la nostra nuova, bellissima grafica: diversi tipi di vulve disegnati senza censure, per fare in modo che ognuna possa riconoscere la sua tra i disegni e sentirsi più rappresentata, e meno sola con le proprie insicurezze.
Si, perché pensare che la forma dei nostri genitali sia strana o sbagliata, ci porta istintivamente a nasconderci, a non mostrarci, ad essere insicure e a far nascere (o rinforzare) un tabù che alimenta stereotipi estetici (e non solo) fin troppo diffusi.
Questo è vero per tutto il nostro corpo, per tutto ciò che ogni giorno nascondiamo intenzionalmente perché pensiamo che non sia “conforme alle regole”.
Perché ci siamo spogliate
È stato piuttosto naturale quindi la decisione di mostrarci in foto: non chiamiamo modelle, ma mostriamo i nostri corpi, così diversi dalle immagini delle pubblicità sulle riviste, così veri e autentici, così diversi l’ uno dall’altro!
Ed è partita subito l’ansia: si, per quanto ogni giorno ci battiamo per rompere questi schemi, ne siamo totalmente coinvolte ed influenzate.
Parlando sedute davanti al computer abbiamo iniziato a tirare indietro la pancia, a lanciare sguardi preoccupati verso i peli non rasati, a visualizzare nella nostra mente la nostra cellulite e le smagliature.
Per fortuna siamo colleghe e amiche ed abbiamo condiviso sinceramente quello che stavamo pensando: ed è così che abbiamo trovato una motivazione ancora più forte per fare si che questa giornata di shooting fotografico potesse lanciare messaggi chiari e forti.
Quando ci siamo viste a Roma per definire i particolari del lavoro da fare è successo qualcosa di incredibile: abbiamo fatto delle prove, abbiamo iniziato ad immaginare le pose e abbiamo iniziato a scoprire i nostri corpi. Da movimenti goffi e impacciati, da pance appiattite e mani che cadevano casualmente sul nostro corpo per coprire “quel difetto”, pian piano ci siamo sciolte. Ci siamo guardate a vicenda, ci siamo sentite al sicuro ed abbiamo iniziato a mostrarci. All’improvviso era tutto un mostrare quel rotolo, quel buchetto di cellulite, quella smagliatura: alcune cose erano reali, altre fantasia.
La cosa più evidente guardandoci era che quel particolare che tanto ci angosciava, guardando tutto il corpo, perdeva di importanza e si perdeva nell’unicità e nella bellezza dei nostri corpi!
Wow! Lo diciamo da tanto che bisogna stare nude tra amiche perché fa bene, ma di sperimentare un effetto così potente e immediato, non ci era mai capitato.
“Mi sono venute le mestruazioni!”
All’improvviso ecco affacciarsi un’altra paura, secondaria ad un altro tabù gigantesco: “Ragazze, m….a, mi sono venute le mestruazioni”.
E subito a pensare alla coppetta, alle salviette, all’intimo giusto per nascondere.
Nascondere, di nuovo. Noi, Bottega della Luna, a nascondere le mestruazioni. Che potenza questi tabù, e quanto sono radicati!!
Per fortuna, insieme ci siamo rese conto di quello che stava succedendo e automaticamente è nato un altro messaggio forte da lanciare: mostriamo la verità, mostriamo le mestruazioni. Posiamo con l’assorbente.
Trovare le “modelle” è stato difficile
Non è stato facile trovare altre ragazze che decidessero di posare con noi: alcune inizialmente interessate hanno poi cambiato idea. Chi non accettava di mostrare il proprio corpo così com’era, chi doveva fare i conti con il partner o con i genitori per decidere di posare senza vestiti.
Ogni cosa che accadeva, ci convinceva che dovevamo portare avanti questo progetto perché i suoi messaggi erano quanto mai necessari.
Alla fine abbiamo trovato una splendida squadra: tra amiche e conoscenti siamo riuscite a trovare delle ragazze motivate a lanciare quei messaggi.
E in studio, nude, abbiamo visto che a prescindere dalla nostra storia, dalla nostra forma, dal nostro carattere, tutte avevamo bisogno di liberarci da tante insicurezze sui nostri corpi. Ed è stato bello affrontare la giornata di shooting con questa consapevolezza, e ridere insieme, riflettendo costantemente su quello che pensavamo dei nostri corpi e su come era bello guardarli da un’altra prospettiva.