Come costruiamo l’immagine delle nostre vulve
L’immaginazione è una risorsa che ci permette di formare immagini, elaborarle, modificarle. È una potenza creatrice che ci permette di inventare e ideare aldilà della logica e della realtà; può essere strumento di libertà e di fuga dall’ordinario.
Intendiamo invece per immaginario l’insieme di simboli e nozioni presenti nella nostra memoria, un archivio di immagini che influenza il nostro modo di percepire e costruire la realtà.
L’immaginario è frutto della nostra relazione con eventi del nostro passato anche ancestrale, nonché con le nostre esperienze di vita e gli stimoli che recepiamo dalla cultura nella quale siamo immerse.
L’immaginario può dunque essere considerato una costruzione sociale che modella l’immagine che abbiamo del mondo esterno e di noi stesse.
Siamo profondamente influenzate dal nostro immaginario in tutti i gesti che compiamo quotidianamente, nel modo in cui sentiamo e pensiamo.
Abbiamo costruito il nostro immaginario nel corso di tutta la nostra vita e lo arrichiamo e modifichiamo esperienza dopo esperienza.
Anche l’idea che abbiamo di noi e del nostro corpo ne è influenzata: i corpi che vediamo rappresentati ed esposti diventano punti di riferimento per le nostre opinioni su cosa è bello e cosa è brutto, su giusto e sbagliato.
I modelli di bellezza vulvare: stereotipi e tabù
Tuttavia, i modelli di bellezza del nostro immaginario spesso sono omologati e lontani dalla realtà e ad essi facciamo costantemente riferimento, incapaci di immaginare delle alternative.
Questo è particolarmente vero se parliamo di zone del nostro corpo normalmente nascoste come i genitali.
I genitali femminili sono difficilmente accessibili alla vista e all’esplorazione, e la maggior parte delle donne non ha una chiara idea di come siano fatti in realtà.
Mancano oltretutto spazi di confronto con altre donne su questi argomenti, sui quali pesano ancora numerosissimi tabù.
L’immaginario che possediamo dell’estetica della vulva rischia di essere basato totalmente sull’immagine che riviste, libri di biologia o produzioni pornografiche mainstream ci mostrano. Vulve giovani e toniche, perfettamente simmetriche, con piccole labbra che non sporgono, prevalentemente prive di peli sono il nostro principale (o unico) riferimento estetico.
Capita così che per moltissime donne l’incontro con il reale aspetto dei propri genitali sia traumatico.
Le vulve: la diversità negata
Le vulve, esattamente come i nostri visi, sono tutte diverse. Ma la discordanza con l’immagine omologata che ne abbiamo provoca spesso disagio e vergogna.
Negli ultimi anni si sta registrando un importante aumento delle richieste di chirurgia estetica dei genitali, anche da parte di donne giovanissime. Le statistiche elaborate dalla ISAPS (International Society of Aesthetic Plastic Surgery) mostrano un aumento del 73% degli interventi di labioplastica negli ultimi 4 anni.
Il parere della sessuologa: quattro chiacchiere con Roberta Rossi
Abbiamo incontrato Roberta Rossi (psicologa, sessuologa e autrice del libro sul piacere femminile “ Vengo prima io”) per farle qualche domanda su questo argomento.
Esiste una forma vulvare realmente più bella e funzionale?
Roberta Rossi: “Non esiste una forma ideale di vulva cosi come non esistono vulve belle o brutte, né tantomeno due vulve uguali. La dimensione, la forma e il colore della vulva possono variare notevolmente da donna a donna.
Ma cosa contribuisce a creare questa idea della vulva ideale? Abbiamo ancora tante idee confuse sui genitali femminili che pensare ad una vulva ideale mi sembra un modo per spostare l’attenzione: invece di pianificare azioni efficaci per aumentare la consapevolezza femminile, mi concentro sull’estetica dei genitali esterni, rischiando in questo modo di aumentare l’insicurezza relativa a questa parte del corpo.”
Cosa spinge donne e ragazze anche giovanissime a sottoporsi ad interventi di chirurgia estetica dei genitali?
Roberta Rossi: ”La chirurgia estetica diventa uno strumento per far fronte a questa insicurezza. Viene proposto un modello e si cerca di avvicinarsi il più possibile a questo per sentirsi “normali”, come le altre donne. Come se l’omologazione fosse la carta vincente. Non parlo ovviamente di quelle situazioni in cui la chirurgia estetica aiuta realmente a risolvere problemi: casi di grandi labbra molto estese che a volte impediscono la vita quotidiana possono beneficiare di questo tipo di intervento. Ma in molti casi si tratta più di rincorrere modelli proposti dalla Vip di turno, per sentirsi in linea.
“Il porno tradizionale non aiuta: le vulve delle attrici hanno tutte un certo aspetto, e questo influenza sia la preferenza maschile, ancora poco studiata, che quella femminile.”
La chirurgia estetica della vulva è in crescita negli ultimi tempi, con alcune giovani donne che hanno scelto di ridurre le dimensioni delle loro labbra, eliminare le piccole e altro ancora. Ritengo che ogni donna possa fare del proprio corpo quello che vuole, ma vorrei anche sottolineare che non esiste uno standard “normale” di come dovrebbe apparire una vulva e quindi alcune decisioni dovrebbero essere ponderate.”
I tessuti che vengono coinvolti e/o asportati durante gli interventi chirurgici hanno delle funzioni?
Roberta Rossi: “Ci vuole non solo esperienza, ma anche cautela nella pianificazione di interventi di questo tipo e accuratezza nei dettagli durante l’esecuzione. Si sono verificati casi di donne sottoposte a questi interventi che hanno lamentato risultati scadenti o complicazioni non sempre riparabili. Si tratta pur sempre di un intervento chirurgico in una zona delicata con importanti risvolti dal punto di vista sessuale, ma gli studi attuali sulla tecnica chirurgica e i risultati includono pochi pazienti.
Pertanto, le prove sui risultati delle diverse tecniche di labioplastica sono tutt’oggi inconcludenti, e la soddisfazione delle pazienti ancora poco indagate. Le conseguenze routinarie consistono in edemi nelle zone dove si interviene, che si risolvono in tempi variabili, e cicatrici determinate dalla riduzione delle labbra che scompaiono anch’esse dopo poco.”
Cosa potrebbe facilitare l’accettazione dell’aspetto dei propri genitali? Come coltivare un rapporto sereno con la propria vulva?
Roberta Rossi: “Sarebbe necessario lavorare sulla maggiore conoscenza e consapevolezza dei propri genitali, imparare a prendersene cura e ad accettare le differenze. L’influenza sociale sulle nostre scelte non si può eliminare, facendo parte noi stesse di questa società, ma si possono ampliare gli strumenti critici che ci consentono di prendere decisioni oculate e più aderenti alla reale necessità di intervento.”
Diversità delle vulve: vogliamo ampliare l’immaginario!
Abbiamo approfondito l’argomento e, se è vero che ci siamo stupite leggendo i dati sulla crescita della domanda di chirurgia estetica vaginale, siamo venute a conoscenza di tante bellissime esperienze in controtendenza con tutto questo, che hanno come obiettivo quello di ampliare il nostro immaginario in questo ambito, mostrando quanto tutte le vulve siano diverse.
Progetti artistici, ma anche community, produzione di materiali di divulgazione, veri e propri movimenti che hanno voglia di mostrare tante vulve, tutte bellissime.
La Bottega della Luna da sempre si occupa di fornire alle donne strumenti per aumentare conoscenza, consapevolezza e benessere. Ecco perché abbiamo deciso di raccontarvi queste esperienze: per diffonderle e raggiungere più donne e uomini possibili, vedere, parlare, confrontarci e riflettere sulla bellezza delle diversità.