Mater: prima santa e poi… La mostra di Parma sulla maternità

Sta per iniziare a Parma una mostra pluri-sponsorizzata da grandi aziende: “Mater – Percorsi simbolici sulla maternità”.

Ovviamente la data di apertura è, simbolicamente (?), l’8 marzo.

Andrò a vederla ma per il momento mi devo accontentare del comunicato stampa ufficiale.

“Attraverso 170 opere, [la mostra] s’interrogherà su quanto il valore della procreazione e la responsabilità della crescita abbiano rappresentato e continuino a rappresentare nella vita di ogni essere umano.”

Notare come “il valore della procreazione e la responsabilità della crescita” vedano in prima linea grandi produttori di pasta, supermercati, assicurazioni e multinazionali dell’arredamento. La donna è mater e anche consumatrice di beni per la casa. Niente di nuovo sotto il sole.

Ma veniamo ai contenuti. Riporto direttamente stralci del comunicato stampa.

I sezione: COSMOGONIE E DEE MADRI: LA MATERNITÀ DELLA TERRA E LA MATERNITÀ DEL CIELO
Dalle antichissime raffigurazioni delle Grandi Madri ‘steatopigie’ fino ai miti greco-romani il tema della fertilità e della maternità ha rappresentato per secoli la rappresentazione fisica del costante rapporto dell’Umanità con il Divino.

II sezione: MATERNITÀ RIVELATA Nella sezione verrà espressa la decisiva svolta simbolica nella rappresentazione artistica della Maternità dopo il riconoscimento di Maria come Madre di Dio

III sezione: DALLA MATERNITÀ SACRA ALLA MATERNITÀ BORGHESE
La trasformazione della famiglia in ambito borghese ottocentesco ha modificato l’ideale di sacralità della maternità. Nella sezione verrà analizzato il forte squilibrio sociale creato dalla rivoluzione industriale che farà da sfondo al recupero della maternità come valore nuovo.

E infine la quarta sezione. La lettura della quale mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene.

IV sezione: IL SECOLO BREVE: EMANCIPAZIONE DELLA FIGURA FEMMINILE DAI TEMI ARCHETIPICI
La sezione sottolinea il tema della Maternità nell’arte del Novecento e delle sue Avanguardie. Ne emerge non più una figura di madre astratta e chiusa in una propria femminilità sacrale, ma una figura in reale competizione con il quotidiano, in cui è la donna – affrancandosi dalla condizione esclusiva di madre – che determina nell’arte una variazione della propria iconografia. La maternità sacra si trasforma in femminilità seduttiva e il senso procreativo cede il passo ad una rappresentazione estetica concettuale. La sezione si interroga sulla moderna ricerca artistica di un nuovo archetipo femminile attraverso le opere di Mimmo Rotella, Michelangelo Pistoletto, Max Kuatty, Bill Viola, Mat Collishaw, fino alla celebre icona del personaggio di Valentina di Crepax (di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario).

Quindi la donna, non più solo madre, finalmente determina nell’arte una propria iconografia e diventa seduttiva. Interessante. Anzi dirompente, oltre lo stereotipo vedremo tante diverse donne che si auto-rappresentano. Uniche, come unica è ognuna di noi.

No?

Continuo a leggere e…wow! Gli artisti citati sono tutti uomini! Come nei secoli dei secoli. La ricerca artistica di un nuovo archetipo femminile è tutta maschile e si conclude con l’icona di Valentina di Crepax.

Sto piangendo. Come donne mi pare che abbiamo davvero ancora molto da fare. Tutte insieme.

Note sull’autrice dell’articolo:
Sara
Architetta
Appassionata di arte rinascimentale.
Ricercatrice di Tantra
Fondatrice della Bottega della Luna
Madre
Donna
Figlia…
…e triccheballacche.

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Sar@
Co-fondatrice della Bottega della Luna. Per un periodo ho fatto altre cose poi sono tornata. Non riesco a stare lontana dalla coppetta mestruale e da tutta la Bottega <3 Dal 2003 mi occupo di mestruazioni invece di costruire case.

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