#mestruazioni: quando il ciclo mestruale è diventato virale

Vi siete accorte che da qualche mese si può dire mestruazioni ad alta voce senza che nessuno si scandalizzi? Le mestruazioni si sono fatte largo nei titoli dei giornali, sui social network e pure come #hashtag. Se ripensiamo a quando, diversi anni fa, siamo state intervistate dalla RAI per parlare della coppetta mestruale ricevendo la raccomandazione di

non usare la parola MESTRUALE perché siamo in fascia protetta

ci viene da sorridere… e da esultare! Finalmente di mestruazioni si parla a voce alta.

Un po’ in tutto il mondo le donne si stanno muovendo per abbattere il tabù del sangue mestruale e le discriminazioni legate alle mestruazioni, per rivendicare il diritto a godere dell’igiene mestruale, per rivedere le politiche aziendali riguardo ai giorni del ciclo, per chiamare le cose con il loro nome perché il sangue è rosso e non azzurro come nelle pubblicità.

Mestruazioni: ne parleremo a Milano l’11 dicembre

2015: l’anno delle mestruazioni

Se parliamo di diritti umani, le mestruazioni sono uno dei temi più ignorati nel mondo e un argomento considerato tabù da oriente a occidente. In molti paesi l’accesso a tamponi e assorbenti è difficile a causa dei costi troppo alti e molte ong sono nate proprio con lo scopo di aiutare le donne che non possono permetterseli. Esistono poi iniziative come il Menstrual Hygiene Day (la Giornata Mondiale dell’Igiene Mestruale) che si celebra il 28 di maggio con l’obiettivo di abbattere i tabù sulle mestruazioni e aumentare la consapevolezza dell’importanza di un buon igiene mestruale. Da molti anni, inoltre, alcune donne e associazioni lavorano per diffondere la cultura e la consapevolezza del ciclo mestruale e noi stesse, nel nostro piccolo, lo facciamo da molto tempo. Ma nonostante questo le mestruazioni non sono state sulle prime pagine dei giornali. Fino ad oggi.

Il 2015 è stato l’anno in cui le mestruazioni sono uscite allo scoperto, imponendo la loro ciclica presenza sui social media e al grande pubblico. Tant’è che la rivista Internazionale nel mese di maggio 2016 ha messo in copertina un tampone intitolando il numero “Scorrerà il sangue”. All’interno la traduzione di un articolo di Abigail Jones sul ciclo mestruale pubblicato su Newsweek. Dopo tanto silenzio, il ciclo ha iniziato a farsi sentire.

Evento mestruazioni Milano 2016
@popinstagram.com

A portare la questione in televisione nel nostro paese ci ha pensato il dibattito sull’abolizione della tampon tax, la tassazione sui prodotti mestruali. Molte donne non lo sapevano e hanno scoperto solo adesso che i prodotti sanitari per le mestruazioni sono ritenuti beni non essenziali e quindi tassati di conseguenza. La petizione lanciata in Italia da Change.org alcuni mesi fa per chiedere al ministro dell’Economia di ridurre l’Iva sui prodotti mestruali dal 22 al 4% ha raccolto ad oggi oltre 25.000 firme. Che non sono poche!

Ma la tampon tax (che non ha riguardato solo l’Italia) è solo una delle molte cose successe nell’ultimo anno e mezzo. Sportive, artiste, giornaliste, attrici, donne e uomini hanno parlato del ciclo mestruale.

Come il ciclo mestruale è diventato virale?

In parte ci ha pensato lo sport. Una delle iniziative di maggior impatto, che ha fatto parlare del ciclo mestruale sui giornali di tutto il mondo, è stata realizzata il 26 aprile 2015 da Kiran Gandhi, la studentessa che ha corso la maratona di Londra senza assorbente né tampone. Lo ha fatto per tutte le sorelle che non hanno accesso agli assorbenti e per quelle che, nonostante crampi e dolori, nascondono il loro disagio come se non esistesse. Lei stessa racconta la sua scelta spiegandone il perché su The Huffington Post.

Evento mestruazioni Milano 2016
@NBC Olympics

Ma se a qualcuno l’iniziativa della Gandhi poteva essere sfuggita, tutti (anche i meno sportivi) hanno sentito la dichiarazione rilasciata dalla nuotatrice cinese Fu Yuanhui che nel corso delle ultime Olimpiadi di Rio ha risposto alla giornalista che la intervistava a fine gara dicendo di non sentirsi pienamente in forma perché aveva le mestruazioni. Non c’è un giornale che non abbia riportato la sua dichiarazione.

Altro momento di celebrità per le mestruazioni è arrivato lo scorso settembre sul red carpet degli Emmy Award (gli Oscar delle serie tv) quando alla domanda Cosa indossi? l’attrice Amy Schumer ha risposto indosso Vivienne Westwood, scarpe Tom Ford e un assorbente o.b. Se avete anche solo una vaga idea di quanto siano seguite le serie tv e i loro protagonisti, potete immaginare la forza di questa dichiarazione.

Ma parliamo delle manifestazioni.

Esistono paesi come l’India in cui il tabù delle mestruazioni è così radicato che nel novembre dello scorso anno si è arrivati a proibire alle donne in età fertile l’ingresso all’interno di un tempio induista nello stato del Kerala perché non era ben chiaro alle autorità del tempio stesso come poter distinguere quelle pure (non mestruate) da quelle impure (mestruate). Le donne indiane si sono ribellate con manifestazioni di dissenso e a colpi di hashtag. La campagna #happytobleed che ne è seguita e a cui hanno aderito migliaia di donne vuole che le mestruazioni siano riconosciute come un’attività naturale che non ha bisogno di essere nascosta.

Evento mestruazioni Milano 2016

I social media e in particolare Twitter sono stati al centro anche della protesta che le donne irlandesi hanno portato avanti nei confronti del loro primo ministro, informandolo via tweet sui dettagli del proprio ciclo mestruale.

Sempre un social, in questo caso Instagram, ha portato l’attenzione sui tabù e le discriminazioni legate al ciclo mestruale. E precisiamo che stiamo parlando del social di maggior tendenza al momento. Instagram ha per due volte rimosso l’immagine della poetessa pachistana Rupi Kaur che mostra una ragazza distesa sul letto con il pantalone macchiato di sangue perché in contrasto con le proprie linee guida.

Sui giornali cartacei e on-line, oltre al già citato Internazionale, sono state molte le giornaliste che negli ultimi mesi hanno parlato di mestruazioni chiedendosi se il ciclo è ancora un tabù e se oggi siamo davvero in grado di parlare di mestruazioni senza figure retoriche ed eufemismi. Il blog Il Post ha dedicato un intero articolo a raccontare “Cosa sono davvero le mestruazioni”. Questi articoli hanno raccolto migliaia di visualizzazioni on-line.

Appuntamento a Milano l’11 dicembre

La Bottega della Luna è nata proprio per parlare di mestruazioni, cicli e femminile, e per noi questi sono argomenti quotidiani già da molti anni. Abbiamo cercato, ci siamo informate, abbiamo scoperto tante cose e conosciuto persone che hanno condiviso con noi la loro esperienza le loro ricerche. Per questo abbiamo accolto con entusiasmo l’invito del gruppo donna di Arcigay Milano a partecipare e promuovere assieme un evento culturale dedicato alle mestruazioni.

Vogliamo ripercorrere insieme quello che è successo nell’ultimo anno e mezzo, parlare apertamente delle mestruazioni e di quello che significa avere con loro un rapporto sano e consapevole. Un incontro volto a diffondere maggiore consapevolezza ed istruzione. La rivendicazione delle mestruazioni coinvolge chiunque, con lo scopo di ottenere parità; per questo motivo tutti sono invitati a prescindere da identità di genere ed età. Presto vi racconteremo di più e vi sveleremo il programma.

#mestruazioni: quando il ciclo mestruale è diventato virale
Milano, domenica 11 dicembre 2016 ore 20:00
presso Arcigay Milano (via Bezzecca, 3)
Seguite l’evento su Facebook: www.facebook.com/events/202924880137456

Intanto, buone mestruazioni a tutte!

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Ci occupiamo di intimità e di benessere della donna per diffondere una cultura del femminile più ricca e consapevole a partire dalla conoscenza di sé e del proprio corpo.

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